Dietro ad ogni
vorrei.. ma non posso si celano i tuoi limiti, quelli che hai imparato a darti, ad auto-importi, in una vita di addestramento alla rinuncia. Si, un addestramento a non ascoltare, fino a negare, la tua parte più autentica, fatta di desideri, intuizioni, voglia di osare e sperimentare.
In una parola:
vivere.
E sei anche diventato bravo ad autolimitarti!
Spesso questo programma si attiva a tua insaputa, senza che te ne renda davvero conto. Sono le tue resistenze, le tue paure a farti indietreggiare, accompagnate da frasi del tipo "non-posso". Agiscono indisturbate e ti condizionano (leggi anche
"Il freno a mano interiore: come accorgersene?" Scopri di più).
Perché il più delle volte quel
vorrei.. ma non posso si manifesta con un pensiero fugace, uno schiaffetto leggero che percepisci dentro di te, magari solo come un fastidio, ma è sufficiente a farti volgere il capo dall′altra parte. E via, è già dimenticato. Ma non la sensazione che resta. Quella ti accompagna ancora un po′, perché in fondo sai di aver rinunciato a qualcosa di importante o che stai continuando a rimandare a tempo indeterminato.
E sai che il tuo tempo non è indeterminato.
Così, quella che rimane è solo la constatazione del risultato (o del non-risultato, o del risultato-mancato, o risultato-impossibile), che finisci il più delle volte per attribuire alla tua scarsa volontà o, peggio, capacità.
Un
giudizio pesante che ti inchioda ancora di più a quella prudenza-di-vita; in quel territorio paludoso, saturo di possibilità mancate e di occasioni che non ti sei concesso. Perché paludoso?
Perché ha il potere di tirarti giù.
Nel prossimo articolo vorrei portare all′attenzione alcuni passaggi, allo scopo di cercare modalità diverse di pensare e di agire. Anche se non sarà semplice, né immediato, almeno all′inizio.
Intanto, prova a renderti conto se ti capita di avere in mente frasi di questo tipo e che conseguenze hanno su di te.
Buona ricerca!